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Il Teatro Drammatico di Mariupol

Qualche giorno fa – devo dire che ho perso il controllo del tempo che passa come la sabbia tra le dita, e non ricordo né la data né il giorno della settimana perché gli eventi, fusi in un flusso infinito di dolore e di impegni, si accavallano uno sopra l’altro e diventano una valanga – mentre leggevo le notizie da Mariupol, prima di andare a dormire, ho visto un video girato in un rifugio nel nostro Teatro Drammatico.

Ho riconosciuto subito il foyer, le colonne, i ritratti degli attori appesi alle pareti, e le persone, molte persone, sedute da per tutto .

Ho sentito due voci fuori campo:

– Dove si possono sistemare tutti quanti? chiede una.

– Dappertutto , come potete vedere, ovunque ci sia spazio, risponde l’altra.

All’improvviso mi sono venute in mente le immagini di un altro teatro. Un documentario sull’attacco terroristico al teatro di Mosca che aveva in programma uno spettacolo intitolato “Nord-Ost” (più conosciuto in Italia come Teatro Dubrovka), durante il periodo della guerra cecena nella Federazione Russa, quando Anna Politkovskaya era ancora viva.

Ricordo bene quel film! L’avevo visto in un’epoca di grande benessere, e ogni fotogramma era per me come una pugnalata sanguinante al cuore, e mi faceva capire l’immensità della tragedia, soprattutto per la precisione e la lucidità con cui venivano evidenziati i ritratti psicologici delle persone che erano dentro gli eventi.

Il film mostrava il dolore e la disperazione di persone che a costo della loro vita sarebbero state pronte a compiere le azioni al di fuori di ogni morale pur di fermare l’inferno che la Federazione Russa aveva scatenato nel loro paese.

Ricordo benissimo il film, le immagini erano molto vivide e veritiere.

I terroristi trattavano i loro ostaggi umanamente, per quanto umanamente si possano essere trattati degli ostaggi, e spiegavano la loro azione sostenendo che non avevano nulla da perdere, perché avevano già perso tutto, le persone e le cose più care, padri, madri, figli, mariti, mogli, case, in quella guerra cinica e crudele, e questo passo disperato era la loro ultima speranza per fermare la guerra nel loro paese.

Fra i terroristi c’erano molte donne, da tempo già morte dentro per il dolore che avevano vissuto e dunque proprio per questo calme e pronte a tutto pur di dare una svolta al loro destino.

Ciò che personalmente mi ha colpito di più e nel profondo del cuore è stata sin dall’inizio la loro ingenua convinzione che se Putin poteva uccidere “quelli di sangue diverso”, di sicuro avrebbe salvato “i suoi, i russi come lui”, trovando una via d’uscita, in modo da non versare il sangue innocente del suo popolo e rispettate le richieste dei terroristi ceceni, di mettere fine alla guerra in casa loro.

Gli ingenui ceceni, che avevano preso in ostaggio gli spettatori del “Nord-Ost”, contavano moltissimo su questo. Chiedevano di fermate la guerra in Cecenia , e di porre fine al nuovo massacro.

Non ci sono stati negoziati. Putin per molto tempo non ha reagito, e quando l’ha fatto, è risultato chiaro a tutti, che l’ultima cosa alla quale pensava era il “suo popolo”. L’ unico obiettivo di Putin in effetti era di eliminare il problema. E ci è riuscito. A quale costo? Sacrificando le vite dei cittadini completamente innocenti del suo paese, aggiogato al suo dispotico potete, e non intendo la Cecenia, ma la Federazione Russa.

Anna Politkovskaja era indignata per quello che già all’epoca stava accadendo in Russia, un paese immerso nelle guerre e funestato da attacchi terroristici continui. La Politovskaja ne soffriva moltissimo e ha fatto tutto quello che una giornalista russa poteva fare per evitarlo, aiutando le persone a lottare per difendere i loro diritti.

Chiunque abbia cercato ostacolare il regime di Putin è stato rimosso senza indugio.

Putin non ha dovuto fare molto sforzi, il mondo democratico ha inghiottito le morti uno ad uno degli oppositori e giornalisti scomodi della Federazione Russa, alimentando l’appetito dell’ insaziabile autocrate.

Cosa c’entra il teatro di Mariupol con tutto questo? Cosa c’entra l’attacco a Mariupol con il teatro di Mosca, con la Politkovskaya o Boris Nemtsov? .

L’orrore che l’Ucraina sta vivendo oggi, è un film già visto. É già successo nel passato: il massacro dei bambini di Beslan il primo settembre, il loro primo giorno di scuola; la legge di Dima Yakovlev, che ha vietato agli americani di adottare i bambini russi malati, in seguito alle sanzioni statunitensi sulle violazioni dei diritti umani in Russia, la macchina della propaganda che ha diffuso menzogne sugli “orribili americani” che uccidono “i bambini russi”, L’avvelenamento con gas tossico degli spettatori innocenti che assistevano allo spettacolo “Nord-Ost” al teatro di Mosca; l’affondamento del sottomarino Kursk, che tutto il mondo civile voleva salvare, tranne il governo russo; l’assassinio dei giornalisti e dei politici scomodi. Tutto questo è già successo. Solo che succedeva all’interno di un vasto territorio, un impero, il cui potere è stato usurpato dall’erede di un regime sanguinario come quello bolscevico.

Il sangue versato e la totale impunità per i peggiori crimini contro l’umanità ha convinto Putin di essere onnipotente e di potersi permettere qualsiasi cosa, così non si accontenta più del terrore interno; le sue ambizioni sono passate dal mordicchiare i confini delle ex “repubbliche dell’Unione Sovietica” alla guerra totale che ha iniziato il 24 febbraio 2022.

In ogni azione, in ogni gesto del “leader della nazione” si può vedere l’addestramento di un ex agente del KGB, radicato nelle repressioni staliniste, nei processi senza indagini e nelle esecuzioni sommarie.

La cosa peggiore della crescita di questa piovra gigante, rispetto alla quale la mafia italiana e i suoi metodi assomigliano al battito d’ala di una farfalla, è che i suoi tentacoli della piovra russa sono penetrati in ogni sfera di influenza, in quasi tutti i paesi del mondo.

Se oggi in qualche parte del pianete sorge un problema,  si inizia investigare, e  alla fine di sicuro viene fuori “ il tentacolo” del putinismo.

Dopo molti anni, e io ho seguito attentamente la trasformazione di Putin dalla sua ascesa al potere, ho capito che anche quando si trova e si cerca di rimuovere uno  dei suoi tentacoli (disinformazione dai articoli di Wikipedia alle “fabbriche dei troll” che sfornano argomenti di ogni tipo dalle elezioni negli Stati Uniti, Brexit, vaccini, migranti ecc, dagli attacchi dei hacker), ne crescono di continuo tanti altri i in direzioni completamente diverse,  e non si ha mai  modo di sapere dove ne spunteranno di nuovi, e quanti danni potranno provocare prima che vengano scoperti.

I temi del quotidiano irrompono nelle nostre vite con una velocità incredibile e spesso  le persone poco informate che vivono le loro vite tranquille hanno difficoltà a dare un senso a ciò che realmente accade, poiché a prima vista gli eventi tra loro non sono connessi.

In effetti, dietro le varie azioni  c’è un piano semplicissimo: la destabilizzazione in tutte le sfere e in tutti gli angoli del pianeta.

Quando parliamo degli eventi di oggi in Ucraina e dell’aiuto immediato su tutti i fronti e a tutti i livelli, parliamo della strategia necessaria per proteggere il mondo intero, sopratutto il mondo dove esiste ancora la democrazia e la libertà.

Vi assicuro che le mie non sono  parole altisonanti  per attirare l’attenzione, ma un appello alla sopravvivenza, a unirsi in un fronte comune per distruggere l’idra dalle mille teste che è il Putinismo.

Quando aiutate l’Ucraina dev’essere  chiaro che non state combattendo contro il “popolo russo” (anche se, come durante la chemioterapie per le malattie oncologiche, il malato  deve stare male oggi per poter guarire in futuro), ma state combattendo contro il regime sanguinario e spietato di Putin, il putinismo. Il regime che va fermato a tutti i costi. Perché se non lo fermiamo ora, continuerà a minacciare   le vite dei vostri figli domani, come è già successo in Cecenia, Russia, Siria e Ucraina.

Mi inchino agli italiani che hanno reagito con velocità fulminea dopo il bombardamento del Teatro di Mariupol, ma insisto sull’idea che prima di ricostruire il Teatro di Mariupol,  urge salvare dal genocidio l’Ucraina,  e  in particolare Mariupol.

Per noi e per tutto il mondo civilizzato Mariupol è una città dove la gente vorebbe vivere tranquillamente e avere la possibilità di andare al teatro. Per il regime di Putin, Mariupol non è che un territorio da distruggere per  unire la Crimea e il mare di Azov, e il prezzo che l’umanità pagherà è assolutamente irrilevante.

Il putinismo, il regime creato da Putin, è ancora più terribile e spietato di tutti i precedenti regimi creati dai tiranni del passato, è un oltraggio ai valori dell’umanità e ai driitti unviersali delle persone umane.

Pertanto, la deputinizazione del pianeta deve essere sistematica e allargarsi su tutti i fronti: distruggere il putinismo vuol dire infatti assicurare un futuro ai nostri figli, e non solo ai figli dell’Ucraina.

Tetyana Bezruchenko
Cittadina italiana dal 2008, residente a Milano, nata a Mariupol, membro fondatore del Centro culturale Wikiraine, responsabile della citta di Milano e Provincia dell’associazione culturale europea italio-ucraina Maidan