Natasha!! – un urlo disperato fa da sottofondo ad un video dei mercenari di Kadyrov

– Natasha! …Natasha!!! …Natasha!

Un urlo disperato che fa da sottofondo a un video che gira uno dei mercenari di Kadyrov.

Kadyrov è il presidente della repubblica autonoma Cecena della Federazione Russa. Un dittatore che è diventato padrone della Cecenia, dopo che l’armata della Federazione Russa ha raso al suolo la capitale Grozny, il braccio destro di Putin nelle vicende più sporche di eliminazione dell’opposizione e contro ogni libertà umana (le spose bambine, le crudeli torture dei gay, l’opposizione al regime per nominarne solo alcune).

I mercenari di Kadyrov non sono arrivati a Mariupol all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ma hanno aspettato che le difese della città, assediata fin dai primissimi giorni dell’invasione, fossero indebolite per l’assenza del minimo necessario per la sopravvivenza (niente luce, gas, riscaldamento, cibo, acqua).

La strategia militare del regime russo è quella già sperimentata in altre occasioni: buttare allo sbaraglio militari giovanissimi, poveri studenti e operai maschi reclutati anche contro la loro volontà a Donetsk e Luhansk, città occupate dai separatisti, come carne da cannone, e poi far entrare loro, “le forze d’Elite” di Kadyrov, sciacalli ben armati, senza scrupolo nello sterminio del loro popolo, figuriamoci del popolo ucraino, diretti personalmente dalla mano che li nutre, da Putin.

I mercenari di Kadyrov entrano sani e sazi sul territorio di una città ucraina pacifica che è diventata un gigantesco cimitero a cielo aperto, sulle rovine del passato, del presente e del futuro di migliaia e migliaia di persone, combattono senza dare nessuna possibilità di creare corridoi umanitari per salvare i civili, e poi, sui territori occupati, distribuiscono pane alle ombre umane che hanno vissuto l’inferno dei bombardamenti, in condizioni pietose, senza cibo e senza acqua, in condizioni igienico sanitarie inimmaginabili, e, attenzione, presentandosi come i ‘’liberatori’’ dai nazisti, estorcono le loro testimonianze per abbellire l’immagine di questa invasione.

Scorro le cronache delle chat della città di Mariupol, guardo i video delle testimonianze, leggo i messaggi di coloro che sono riusciti a scappare verso i territori occupati (non c’è altra via di fuga), le continue e vane richieste di qualche informazione sulle persone care che sono rimaste lì, come ostaggi.

Purtroppo, i video “propagandistici” in cui si ritraggono soldati russi che distribuiscono il pane del salvatore Kadyrov sono gli unici video che girano, dove cerco e spero di trovare qualche volto che conosco. Non trovo nessuno, ma ascolto attentamente le parole delle persone che raccontano l’orrore vissuto e capisco che sono testimonianze preziose delle vittime di questa guerra, raccontate ai macellai stessi. Salvo tutti i video. Credo che ci sarà il momento per usarli contro coloro che li hanno registrati per pulire la propria coscienza, creando quella propaganda che serve per giustificare e continuare lo sporco massacro dei civili.

Ma ritorniamo al video che è stato girato da uno dei mercenari di Kadyrov.

Questo video è esemplare per mettere a fuoco la “faccenda delle incomprensioni” costruite ad arte tra i militari della Federazione Russa (“i nostri”) e le forze di Kadyrov, per giustificare il massacro dei civili: “i nostri” per errore hanno sparato e distrutto un quartiere in cui si trovavano i Kadyrovtsy (i mercenari di Kadyrov), scambiati per nemici, ed è mancato poco che li uccidessero…è stato un errore, ahimè, alle forze di Kadyrov è andata bene… ma ai civili no!

Questo video è stato tradotto (dal ceceno al russo) ed è stato diffuso con i sottotitoli in russo dal canale ceceno di opposizione al regime di Kadyrov per far vedere i criminali di guerra che distruggono la città e massacrano i civili “per errore”.

In tutto questo per me è importante solo la voce di quella donna che si sente nel video, il cui nome non scopriremo mai…la voce urla disperatamente un nome di una persona cara (è il nome della figlia? Della sorella? Dell’amica? Della vicina?): “Natasha!!!” e poi, dopo un colpo di pistola tace. Per sempre. Insieme a Natasha.

Abbiamo visto i massacri di Bucha e altri territori liberati dai militari / criminali della Federazione Russa. Ci saranno indagini per capire chi e come ha compiuto i crimini di guerra. L’indagine è indispensabile.

Ma vorrei che l’urlo disperato della donna che chiama “Natasha”, il cui volto non vedremo mai e non sapremo mai chi era la sua Natasha, rimanga per sempre nelle orecchie di coloro che dubitano di una violenza senza pietà del regime putiniano.

Tetyana Bezruchenko
Cittadina italiana dal 2008, residente a Milano, nata a Mariupol, membro fondatore del Centro culturale Wikiraine, responsabile della citta di Milano e Provincia dell’associazione culturale europea italio-ucraina Maidan