Gli eroi non muoiono mai

Oggi voglio condividere con voi la storia di una famiglia speciale, purtroppo per una triste ragione.

Qualche giorno dopo il mio arrivo a Kyiv, ho avuto l’onore di essere presente all’ultimo saluto al valoroso e giovanissimo combattente dell’esercito ucraino. Classe 1999, ma molto esperto e non poteva essere altrimenti. Sua madre, militare dal 2014 e adesso veterana dell’esercito, fa la volontaria aiutando come può per reperire tutto quello che può servire al fronte, oltre ad organizzare attivamente le evacuazioni di civili nelle zone di guerra. Donna di una forza incredibile, già vedova, i russi hanno portato via la vita di suo marito nel 2016. Vederla piangere per la morte di suo figlio maggiore mi ha letteralmente spezzato il cuore e ciò non mi dà pace, a distanza di giorni.

Yaroslav, suo figlio, porta lo stesso nome di mio cugino e ne condivide anche l’anno di nascita. Immaginare un ragazzo coetaneo di mio cugino già defunto, quando invece avrebbe dovuto vivere ancora la sua intera vita, costruendo il proprio futuro, è un qualcosa che non riesco ad accettare. Tutte le morti sono atroci, ma quando si tratta del fior fiore della nostra nazione e del suo futuro il dolore e l’angoscia invadono ogni singola cellula del mio corpo. Perché è innaturale morire così giovane. Innaturale e ingiusto. Io non conoscevo personalmente questo ragazzo, ma mia sorella sì e mi ha parlato di lui, descrivendolo come un ragazzo pieno di valori, corretto e sempre molto solare. Nonostante la guerra. Nonostante le perdite che lui stesso aveva subito.

Quando nel 2016 è stato ucciso il marito di sua madre, che Yaroslav considerava papà, il ragazzo si era promesso di continuare la sua missione, di difendere la sua famiglia e il suo paese. Nel 2020 Yaroslav eroicamente ha salvato la vita al suo comandante e ad alcuni soldati vicino Pesky. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, incluso “ l’Eroe Nazionale dell’Ucraina”. È stato ferito e ha fatto un percorso di riabilitazione.

Yarik si era dimesso dopo aver fatto parte per 4 anni nel 131mo battaglione di ricognizione, ma quando è avvenuta l’invasione il 24 febbraio alle 8 del mattino, il ragazzo era già alla porta dell’Ufficio di reclutamento militare. Fu assegnato alla famosa 72ma brigata ed era un sergente. Ha difeso Kyiv e la sua terra, la regione di Kyiv. Vicino a Brovary, nel villaggio Ploske il loro gruppo venne colpito da un massiccio fuoco di artiglieria. Lui, il più giovane, era l’unico ad avere esperienza nei combattimenti. Ha condotto il gruppo di 8 persone per 13 chilometri fuori dall’ accerchiamento, tutti vivi e illesi. Yaroslav è tornato indietro in quell’inferno per recuperare e mettere in salvo un altro gruppo. Salvò anche loro. Dopo c’erano Irpin’, Horenka, Dymur dove il giovane ragazzo ha combattuto e aiutato molti dei suoi colleghi. In generale, durante la sua carriera da militare, ha salvato decine e decine di vite.

Vicino al cordone con la Bielorussia, lui insieme ad altri tre ragazzi stavano facendo il pattugliamento in macchina. Yaroslav è morto a causa di una mina nemica.

Tra pochi mesi avrebbe compiuto 23 anni. Al suo funerale l’intero paese si era raccolto lungo la via per dare l’ultimo saluto al giovane compaesano. Non conoscevo il ragazzo né il suo paesino. Vedendo però il dolore della comunità in ginocchio, con le lacrime al passaggio della bara e ascoltando le parole di molti che lo conoscevano, senza dubbio, se esiste un posto puro e sacro, questo ragazzo adesso è lì, insieme al suo papà che ci protegge anche dall’aldilà. Onore all’Eroe.

In caso qualcuno si senta di aiutare la mamma con la raccolta fondi per gli aiuti ecco il suo PayPal: [email protected]

Yuliya Romanyuk
Nata in Ucraina, ha vissuto e studiato per 15 anni in Italia. Attualmente vive e lavora ad Amburgo come responsabile di Marketing e Comunicazione. Nel tempo libero si dedica alle traduzioni e volontariato.