“Malevich è stato l’unico artista che ha mostrato la tragica situazione dei contadini ucraini durante la criminale collettivizzazione forzata”, scrive Jean-Claude Marcade, storico dell’arte francese, autore di numerose monografie su Malevich.
Non sappiamo perché gli altri artisti contemporanei dell’Holodomor non hanno dedicato proprie opere a questa tragedia. Possiamo solo immaginare che il trauma dell’Holodomor sia stato così grave da togliere loro la possibilità di riprodurre ciò che hanno visto e vissuto: il terrore staliniano era così crudele e la paura così folle che gli artisti non osavano rivolgersi all’argomento proibito. Oppure, le loro opere semplicemente sono state distrutte come, d’altronde, cancellati dalla memoria gli stessi autori.
Al giorno d’oggi Malevich è l’unico artista ucraino che abbia sfidato il sistema sovietico e che abbia rappresentato l’orrore dell’Holodomor nei suoi lavori. Quasi tutti i dipinti di questo periodo sono stati datati in modo errato per evitare la persecuzione.
Il disegno a matita “Dove c’è falce e martello, c’è morte e fame” raffigura tre figure, i cui volti sono stati sostituiti da una falce e un martello, una croce e una tomba.
Molti dei dipinti “contadini” contengono messaggi velati, come l’assenza di volti e mani. Il dipinto “Ucraina schiava” raffigura figure senza braccia e senza volto che mostrano la situazione disperata dei contadini ucraini.
Nel dipinto “Uomo che corre” Malevich ha raffigurato un uomo senza volto tra una spada e una croce. La parte rossa della spada e della croce ricorda il sangue. Sotto la spada, tra le capanne, si scorge un sacco senza niente intorno: forse il simbolo del grano confiscato.
- Una delle cose di cui dobbiamo ancora parlare, circa Malevich, è la sua origine. Conosciuto nel mondo come artista russo, in realtà era ucraino. Nato a Kyiv nel 1879, di padre polacco e madre ucraina (della regione di Poltava), era cresciuto e si era formato in mezzo alla cultura ucraina. Trascorse la sua infanzia e la sua gioventù nella campagna ucraina: forse anche per questo il massacro dei contadini durante il periodo sovietico ha colpito tanto l’artista.
Malevich parlava l’ucraino: molte delle sue lettere sono scritte in lingua ucraina, e numerosi amici del celebre artista testimoniano che amava cantare canzoni ucraine. Malevich si autodefiniva ucraino: al momento dell’arresto nel 1930 a Leningrado, alla voce “nazionalità” aveva scritto “ucraino”.
In questo contesto è importante precisare che Malevich, “rubato e nominato russo”, fu distrutto dai russi. Durante l’arresto a Leningrado, egli fu torturato. Sotto pressione, gli hanno iniettato acqua nella sua uretra chiedendo una confessione di spionaggio. Come conseguenza delle torture, gli si sviluppò una malattia alla prostata, a causa della quale Malevich morì il 15 maggio 1935.
Di Natalia Lyhach