Continuiamo la nostra opera di lotta alla disinformazione russa smontando quella che forse è la più grande bugia mai inventata dal regime di Putin, l’idea che la Crimea sia un territorio storicamente russo.
Durante il Medioevo la penisola di Crimea rimase a lungo divisa tra la zona costiera, controllata dall’Impero Bizantino e dalle repubbliche marinare italiane e la zona interna, controllata da popolazioni nomadi.
A partire dal 400 la Penisola venne divisa tra l’Impero Ottomano, che ne controllava l’area costiera e dal Khanato di Crimea, dominato dai Tatari, che ne controllava l’entroterra. A partire dal 1475 il Khanato divenne vassallo dell’Impero Ottomano.
La secolare dominazione turca e tatara venne successivamente messa in discussione dall’Impero Russo che guidato dalla zarina Caterina II sconfisse gli ottomani nella Guerra Russo Turca. Il Trattato di Küçük Kaynarca firmato nel 1774 sanciva l’indipendenza de jure del Khanato di Crimea, ormai passato nella sfera d’influenza russa. Decisa ad impossessarsi del territorio, nel 1783 Caterina ordinò l’annessione della Crimea, che mantenne la sua maggioranza etnica tatara.

Le paure della repressione russa e le conseguenze della Guerra di Crimea comportarono la significativa diminuzione della popolazione tatara, la quale rimase comunque piuttosto consistente (35% nel 1897).
A seguito della Rivoluzione del 1917 i bolscevichi presero il potere nella Penisola e proclamarono la nascita della Repubblica Socialista di Taurida. Tale stato venne annientato a seguito dell’offensiva congiunta condotta dalle forze della Repubblica Popolare Ucraina e dall’Esercito Tedesco. I tedeschi chiesero tuttavia agli ucraini di ritirarsi, consentendo la formazione di un governo regionale autonomo che dopo un periodo di tensioni, avviò trattative per l’unificazione con l’Ucraina.
Il ritiro tedesco determinò il collasso del governo regionale di Crimea e la sua sostituzione con un nuovo governo analogo alleato alle forze dell’Armata Bianca. Questo nuovo regime seguì il destino delle forze anti bolsceviche, venendo invaso nel 1920.
La Crimea divenne una repubblica autonoma facente parte della Repubblica Sovietica Russa. Occupata dalla Germania durante la seconda guerra mondiale, la Crimea venne riconquistata dall’URSS nel 1944. Il ripristino del potere sovietico comportò la deportazione in massa dei Tatari, alterando significativamente la composizione etnica della penisola. Il regime sovietico abolì al contempo lo status di repubblica autonoma della Crimea, rendendola una semplice Oblast.
Nel 1954 il regime sovietico decise di trasferire la Crimea all’Ucraina in virtù dei forti legami economici e culturali tra di esse, l’intero processo avvenne in conformità con la costituzione sovietica.
Nel 1991 la popolazione della penisola si espresse a favore del ripristino dell’autonomia della penisola. Il Soviet Supremo Ucraino proclamo la restaurazione della Repubblica Autonoma di Crimea. Nel settembre 1991 il Parlamento della Crimea proclamò la sovranità della penisola.
ENTRO I CONFINI DELL’UCRAINA
Il 1 dicembre 1991 si tenne il referendum sull’indipendenza dell’Ucraina, la Crimea e Sevastopol votano a favore. Nel 1992 il Parlamento della Crimea approvò una nuova costituzione, modificata tuttavia poco dopo.
In questo stesso periodo il parlamento russo, appoggiato dal Vice Presidente Aleksander Rutskoy, approva due risoluzioni relative alla Crimea e Sevastopol, asserendo che entrambi rappresentassero parti del territorio russo.
Il Presidente russo Eltsin tuttavia si oppose a qualsiasi rivendicazione e “liquidò” il parlamento e il Vice Presidente Rutskoy durante la famosa crisi costituzionale del 1993. Nel 1994 Russia e Ucraina firmarono il ben noto Memorandum di Budapest, che garantiva l’integrità territoriale dell’Ucraina. Nello stesso anno le elezioni in Crimea videro la vittoria del filorusso Yuri Meshkov che tentò di ripristinare la costituzione del 1992. La Verkhovna Rada dell’Ucraina rispose abolendo la costituzione della Crimea e l’ufficio di Presidente.
Meshkov fu costretto all’esilio in Russia e l’autonomia della Crimea venne definita l’anno successivo dalla costituzione Ucraina.
A seguito di tali eventi non sono state più presentate rivendicazioni territoriali russe in Crimea e lo stesso Putin dichiarò la questione conclusa.
I sondaggi condotti prima dell’occupazione russa testimoniano la volontà dei residenti di rimanere parte dell’Ucraina. Vi è oggi una maggiore percentuale di indipendentisti in Veneto di quanti ce ne fossero in Crimea.

Dopo l’occupazione del 2014 (mi rifiuto anche solo di parlare di quel “referendum”), la Crimea è diventata una mini Corea del Nord, ben più repressiva della stessa Russia. Strano per un territorio felice di essere tornato a casa.
Per tacere della campagna di “rilocamento” voluta da Mosca per russificare la penisola.
In conclusione, la Crimea non è un territorio russo. Non lo è storicamente (la Russia lo ha controllato per meno tempo rispetto ad altre nazioni), non lo è politicamente e non lo è neanche economicamente.
Come conseguenza dei fattori precedentemente descritti, l’annessione della Crimea ha comportato danni non indifferenti per l’economia russa, i quali si sono incrociati con le sanzioni.
Nel lungo termine sarà sempre più difficile per la Russia, indebolita come ora, mantenere il controllo della Penisola.
Di Giovanni Chiacchio
Basato sulle fonti:
• https://www.businessinsider.com/putin-in-2008-crimea-is…
• https://jamestown.org/…/demographic-transformation-of…/
• https://www.atlanticcouncil.org/…/crimea-could-become…/
• https://meridian.in.ua/news/41537.html
• http://ukrlife.org/main/prosvita/uakrim7.htm
• https://en.m.wikipedia.org/wiki/1992_Crimean_constitution
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