Ucraina: una nazione inattesa
Breve storia di una Paese sempre al centro di moviementi politici a miliari
Breve storia di una Paese sempre al centro di moviementi politici a miliari
Lo Stato italiano riconosca il Holodomor (la carestia artificiale del 1932-1933 in Ucraina) come “spaventoso genocidio contro il popolo ucraino e contro l’umanità”. E’ la richiesta principale di una petizione promossa dal movimento informativo ForzaUcraina.it, inviata nelle scorse settimane al Senato e trasmessa per competenza alla Commissione Affari Esteri.
La petizione è stata sottoscritta da studiosi, giornalisti, intellettuali e attivisti.
Reportage di RBK-Ucraina da Bakhmut: come vive e resiste la città più “calda” del Donbas, cosa pensano della guerra gli abitanti della zona e quali sono i loro rapporti con i militari.
Quali battaglie sono state combattute a Ribizhne, quanto il nemico era più numeroso dell’esercito ucraino nell’artiglieria e perché la gente del posto non aveva fretta di evacuare – ha detto a RBC-Ucraina l’addetto stampa della 4a brigata dell’incarico operativo intitolato al sergente Eroe dell’Ucraina Serhiy Mykhalchuk della NGU Maksym Taran
“Andrà tutto bene”: quante volte l’abbiamo sentita e detta, questa frase, nei momenti difficili della nostra vita. L’abbiamo ripetuta in continuazione per darci il coraggio e trovare le forze per andare avanti. Così ha fatto anche Volodymyr sotto i terrificanti bombardamenti russi.
Skovoroda è riconosciuto tra i saggi del mondo che hanno vissuto secondo i principi che hanno insegnato, al fianco di figure quali Socrate, Confucio, Spinoza e Mahatma Gandhi.
“Malevich è stato l’unico artista che ha mostrato la tragica situazione dei contadini ucraini durante la criminale collettivizzazione forzata”, scrive Jean-Claude Marcade, storico dell’arte francese, autore di numerose monografie su Malevich.
Sergey al servizio della Guardia nazionale ucraina è stato uno dei militari asserragliati nell’acciaieria. Ferito, ora si trova nella capitale per un lungo periodo di riabilitazione e dice: «Difendere la propria città è stata una questione di dignità. So che è stato giusto restare. Ora voglio solo ritrovare mia moglie e mio figlio
Come sopravvive la città di Bakhmut, che la Russia sta cercando di conquistare o di cancellare dalla faccia della terra, e perché molti abitanti non vogliono ancora lasciare le loro case.
Esattamente 85 anni fa, nel lontano 1937, all’apice del grande terrore staliniano, nel bosco della località di Sandarmokh (in Repubblica di Carelia – Federazione Russa) vennero fucilate 1111 persone, di cui 287 ucraine.