Kharkiv resiste grazie alla sua gente
Il 24 febbraio, la gente di Kharkiv ha iniziato a sostenere da sola la città. Uno di loro era Bohdan Honcharenko, uno chef che per 3 mesi ha preparato cibo per civili e militari.
Il 24 febbraio, la gente di Kharkiv ha iniziato a sostenere da sola la città. Uno di loro era Bohdan Honcharenko, uno chef che per 3 mesi ha preparato cibo per civili e militari.
Vi invitiamo a leggere un articolo molto importante su Azov con Vyacheslav Likhachov, storico ed esperto di radicalismo di estrema destra.
L’unica cosa della quale sono certa è che la luce e la forza che ci sono nel mio cuore saranno sempre alimentate dalla vyshyvanka (camicia ricamata) della bis-bis-nonna Stepanida. La vyshyvanka è un’opera d’arte dove il dolore e le lacrime di un popolo si sono trasformati, grazie all’amore e un duro lavoro, in fiori e colori.
Se c’è un aggressore che non vuole Pace- perché aveva coltivato il suo desiderio di espansione da più di 20 anni del suo potere dittatoriale- , non ci si può aspettare che si arrenda mangiando solo un boccone di un pasto intero che pregustava da lungo tempo.
Fermarlo in tempo in modo deciso è l’ unico comportamento da adulti che possiamo adottare se vogliamo una vera pace, e soprattutto la giustizia per tutti bambini e adulti che a causa di questa guerra ingiustificabile hanno perso le loro vite.
Oggi la bandiera ucraina rappresenta per noi la casa, casa dove eravamo felici e dove vogliamo essere felici in futuro.
Quale sarà il prezzo da pagare? Tutto quello che sia necessario pur di non diventare degli “zombie”.
Tanti propagandisti putiniani, senza mai aver messo piede in Ucraina, sentenziano che gli ucraini sono nazisti. Mai fake news fu più sciocca, razzista e volgare. Solo uno che non è mai andato in Ucraina e che viene pagato da Putin può insinuare, ragliare una simile scemenza. E glielo dimostro immediatamente.
Questo video è stato tradotto (dal ceceno al russo) ed è stato diffuso con i sottotitoli in russo dal canale ceceno di opposizione al regime di Kadyrov per far vedere i criminali di guerra che distruggono la città e massacrano i civili “per errore”.
Qualche giorno fa – devo dire che ho perso il controllo del tempo che passa come la sabbia tra le dita, e non ricordo né la data né il giorno della settimana perché gli eventi, fusi in un flusso infinito di dolore e di impegni, si accavallano uno sopra l’altro e diventano una valanga – mentre leggevo le notizie da Mariupol, prima di andare a dormire, ho visto un video girato in un rifugio nel nostro Teatro Drammatico.